Dopo
avere fatto un sogno allucinante (un mix tra “Arancia Meccanica” e “Non aprite
quella porta”), sicuramente colpa della fonduta che il maritino ha pensato bene
di cucinare ieri con 21 gradi all’ombra, mi trovo, con un buon caffè (che
intanto, ormai, chi riesce a riaddormentarsi?) davanti al mio monitor e sto
pensando a tutti i progetti in cantiere, sia virtuali (legati alla rete) sia
reali.
Cacchio,
sono tanti. Troppi. Uno so in partenza che è molto difficile possa andare in
porto, gli altri invece so che sono realizzabili e non mi preoccupano più di
tanto. Una persona “concreta” lascerebbe da parte quello che probabilmente le
farebbe perdere solo tempo e si concentrerebbe su quelli fattibili.
Però
c’è qualcosa, non so cosa, una specie di “vocina” che mi dice “Prova, non è
così scontato che tu non ce la faccia”.
Così,
in questa alba, rifletto e sto considerando pro e contro e mi chiedo perché,
nonostante siano effettivamente più i “contro”, c’è qualcosa che mi spinge a
non archiviare questo progetto o a non rimandarlo a tempi migliori.
Tutta
colpa della fonduta del maritino, sicuramente.
Razionalmente
penso che sia da pazzi provarci ma anche che sarebbe un po’ stupido non farlo,
non tentare. E più faccio queste considerazioni più aumenta la paura di fallire
ma anche l’adrenalina. La “vocina” mi sta dicendo “Ma anche se fallisci, chi se
ne importa?”. Importa a me e al mio “tempo”, a quello che - so già - sprecherò
quando in realtà ho tante cose su cui dovrei concentrarmi.
Una
persona concreta e razionale avrebbe già rinunciato. Io non lo so. Io, forse,
ci provo. È che sono curiosa e so che, se dovessi riuscire, sarei molto, molto
contenta. E se no, se non dovessi farcela, avrei comunque tante altre idee su
cui buttarmi.
Mi viene
da ridere se penso che amiche e conoscenti mi ripetono spesso che sono un
vulcano, una “forza” perché metto tutta me stessa nei progetti che porto a
termine. Non sanno che sono talmente una forza che non riesco neppure a dormire
la notte, pensando a questi progetti irrealizzabili ma che forse non lo sono,
irrealizzabili.
E
mi domando perché, invece di ascoltare le mie idee strampalate, non riesca a decidere di concentrarmi a imparare a
cucinare e a tenere la casa in ordine, come converrebbe a una brava casalinga
organizzata.
Mi
chiedo cosa sia, questa cosa che ho dentro, che mi spinge inesorabilmente a volere
sempre andare Oltre, alla ricerca di chissà che cosa, anche sapendo che, probabilmente, ne uscirò sconfitta.
Mi
chiedo cosa sia questa “vocina” che, in questa alba, continua a ripetermi “Prova!”.
Tutta
colpa della fonduta del maritino, sicuramente.
Io,
mi sa che ci provo sul serio.
Ah!
Buon lunedì.
Ma...... Provare a far cosa?!?
RispondiEliminaUn progetto.
EliminaCredo che sia l'antica domanda "meglio i rimorsi o i rimpianti'?;)
RispondiEliminaOgnuno deve scegliere cio' che gli e' piu' affine!:)
In bocca al lupo!
Crepi il lupo... vediamo! ;-)
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