Per parlare d'Amore, a modo mio.

venerdì 12 aprile 2013

Il mondo “realissimo” delle mamme blogger



Non mi è mai piaciuta, l’omologazione degli individui e dei cervelli. “Non hai altro a cui pensare?”, direte. In effetti sì ma, appunto, qualche volta mi piace anche "pensare". Bene o male è un altro discorso.
 
Stavo riflettendo sulla nostra “libertà”, su quanto sia importante la libertà di ognuno di noi (mantenendo ovviamente un alto livello di rispetto per se stessi e per gli altri) ma quanto, in fondo, diamo ad essa poca valenza. Per lo meno nella società in cui viviamo e, anche, in molte scelte che prendiamo o in alcune situazioni in cui inizialmente ci buttiamo con entusiasmo e poi, per questo, fatichiamo a modificare.
 
Pensavo anche alle mie, di scelte. Quelle degli ultimi tempi. Quelle che mi hanno portata a decidere di togliermi da un mondo “mammesco” di cui ho fatto - in qualche modo - parte negli ultimi anni, quello delle “mamme blogger”. Un mondo bello, divertente, istruttivo in cui ho avuto modo di conoscere amiche in certi casi più vere di quelle reali… Ma anche tante stronze, ho conosciuto. E, probabilmente, qualche volta lo sono stata pure io, stronza. Mamme che se la tirano tanto ma così tanto anche se poi non sanno neppure coniugare un congiuntivo o continuano, imperterrite, a scrivere “qual’è” invece di “qual è”. Credetemi se vi dico che, fra tutte, solo una decina (forse venti) sono quelle che non bistrattano l’Italiano (e sono le mie “Top Blogger”), quelle che lo conoscono, l’Italiano. Dove voglio arrivare? A parlare di libertà perché non tutto è quel che sembra e non tutto mantiene la stessa importanza per sempre.
 
Un’amica che ha chiuso, dopo sei anni, il suo blog ventiquattro ore prima di me ha spiegato bene (e in maniera diplomatica), molto meglio di quanto stia cercando di fare io adesso, cosa sia in realtà il mondo “realissimo” delle mamme blogger. A me viene da raccontarlo in modo non diplomatico. Come al solito.
 
Il mondo delle mamme blogger è un mondo utile perché è un mondo di condivisione e di confronto. È un dato di fatto che poter leggere di altre mamme (o neomamme) che vivono la tua esperienza fa bene, ti fa sentire parte di un gruppo, non ti fa neppure pensare di essere sola di fronte a un’avventura meravigliosa ma anche difficile come quella di essere madre. 
 
Da anni consiglio a tutte le neomamme di aprire un proprio blog o comunque di scrivere. Perché fa bene allo spirito.
 
In principio scrivete solo per voi stesse ma poi, quando vi accorgete che avete un “pubblico” che non è composto solo dal maritino o da vostra sorella, che qualcuno vi legge ogni giorno e le visite dei vostri lettori (che, in gergo, si chiamano “numeri”) aumentano, le cose cambiano.
 
Di colpo iniziano a “filarvi” tutti, aziende comprese. Vi invitano agli eventi più fighi del mondo, quasi tutti i giorni, che ti viene da pensare “Ma le altre come fanno? Hanno davvero figli e mariti?”.
 
Cambia il vostro modo di scrivere e cambia quello che scrivete. Correte il rischio di non scrivere più quello che volete davvero. Iniziate a fare la pasta di sale anche se, prima, cercate su google cosa cazzo sia, che così fan tutte. Cambia il vostro modo di essere “libere” ma non ve ne accorgete subito. No, perché all’inizio credete di fare parte di un gruppo, di un gruppo figo composto da persone che hanno fatto scelte, responsabili o azzardate che siano, anche controcorrente. Andando in profondità, leggendo tanti altri blog, vi rendete conto che forse non è tutto come sembra, che forse questo mondo (come molti altri) è solo uno specchietto per le allodole.
 
Che se rinunci ad andare all’evento mondano perché non c’hai voglia, che la sera magari preferisci stare a casa in pantofole, seduta sul divano vicino a tuo marito e al tuo bambino, sei una “snob”. Snobbi l’evento, l’azienda che lo organizza e le stesse mamme blogger.
 
E sapete quando capite che le cose stanno andando bene? Che i vostri “numeri”, li avete? Quando, pur “snobbando” mille inviti, continuano ad arrivarne altrettanti, quando le varie agenzie cominciano a telefonarti perché non hai avuto tempo di leggere quella mail che il bambino aveva la febbre… Quando su Facebook ti chiedono amicizia e, subito, sulla tua bacheca postano il link del loro blog appena nato che ha bisogno di visite. Quando sulla loro bacheca, commentano (a volte prendendoti pure per il culo) quello che tu scrivi sulla tua, di bacheca. Quando si colorano i capelli perché l’hai appena fatto tu, che se magari una è un po’ “stravagante” la leggono di più, no? No. Quando, cambiando solo poche parole, copiano i tuoi pensieri sul loro status, come se fossero usciti dal proprio cervello. La verità è che non tutte le mamme blogger hanno il cervello. Chi lo possiede fa parte di quelle poche che io considero le “Top Blogger” e chi mi leggeva su La Voce delle Mamme sa, più o meno, a chi mi riferisco. Le Top Blogger, in sostanza, sono quelle che, anni fa, si sono inventate un “lavoro” - ma sul serio - dal nulla, quelle che faticando spesso più di dodici ore al giorno davanti a un monitor, si sono create il proprio spazio nella rete (e non solo). Quelle che possono permettersi di scrivere ciò che vogliono, di scrivere realmente ciò che pensano e, soprattutto, quelle che lo sanno fare. Quelle che possono, davvero, essere libere. Le “Top Blogger” sono quelle che hanno un proprio “stile” (di scrittura e di modo di essere). Che non basta mettersi lo smalto dello stesso colore per volare ai suoi livelli. Le “Top Blogger” sono inimitabili. Le altre… “fuffa”.
 
Sempre un’amica mi ha detto che spesso si chiede perché mai sia entrata a far parte di questo mondo. A volte me lo chiedo anche io ma, alla fine, penso che non sia stata un’esperienza negativa proprio per il fatto che ho imparato tanto dalle blogger “brave”, quelle di alto livello. Anzi, a conti fatti, forse ho ricevuto più “bene” di quanto, in realtà, abbia dato.
 
Non sono una Top Blogger e so che mai lo sarò. Che la cosa non mi preoccupi particolarmente credo sia dimostrata dal fatto che ho chiuso il mio vecchio blog e ho aperto questo che, ad oggi, conta ben 10 followers… Ma ho sempre creduto di potermi permettere di scrivere ciò che voglio e, pur avendolo scordato per qualche tempo, voglio continuare a farlo. Che poi, qualche volta, non corrisponda al pensiero comune, ecchissenefrega.
 
Questo per dirvi di scrivere, di aprirvi tutti i blog che volete ma anche di stare attente a non farvi travolgere da un “vortice” (neppure troppo virtuale) che vi faccia perdere di vista ciò che siete e ciò che volete essere o, per lo meno, quello che non volete diventare.

14 commenti:

  1. Completamente d'accordo con te: "Qual è" si scrive senza apostrofo!!!

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  2. ..per essere una che si sente in piena crisi dei quaranta, direi che ti sei risposta neanche tanto inconsciamente.....guarda che consapevolezza che hai maturato oggi! a 18 anni avresti mai avuto questa capacità di analisi e riflessione? avresti mai ammesso di essere stata fagocitata dal tuo status di "mammablogger" e snaturata dalle intenzioni iniziali?....io ci sguazzo nei miei quarantaepassa, e vedo che anche tu stai realizzando quanto bella e potente sia la nostra età, vero? bye,Nick

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  3. Questa é la blogger che ho conosciuto io e che ho sempre adorato. Schietta, dritta, tagliente. Intelligente, brillante e impavida. Una che se ne frega e dice quel che pensa. Ben tornata ;)

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  4. Ma il mondo virtuale, non è nient'altro che la copia del mondo reale?
    Vai al parco, al supermercato, a lavorare e quello che incontri è questo. Gente che vive e gente che si fotocopia su qualcun altro (Si scrive con l'apostrofo?))
    Se posso dirti la mia, l'adesione a se stessi, porta luccichio, porta brillantezza, tutta roba che non si può ottenere, senza essere realmente sè stessi.

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    1. Sì, è vero... ma a volte il mondo virtuale sembra più amplificato rispetto a quello reale. Nonostante il "filtro" del monitor, spesso è più facile essere se stessi in rete che al supermercato. Per quanto riguarda l'apostrofo, ora vado a controllare su google. Ciao! ;-)

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  5. Ciao Antonella, arrivo sul tuo blog da una mamma amica comune. In comune abbiamo anche il "Comune" stesso dove viviamo...:). Ti ringrazio per questo post. Non sono proprio una neomamma (anche se ho due bimbi piccoli), ma una neoblogger sì. Apro un blog perchè sto per trasferirmi all'estero e inizio questa realtà online con il mio bambino più grande. Non mi sento una vera blogger, non sono grafica e non sono scrittrice. E spero di tenere a mente il tuo consiglio di oggi. Se un giorno non scriverò più con lo spirito con cui inizio ora, spero di avere la forza di chiudere tutto e portarmi via da questa esperienza solo le cose buone.
    Miriam

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    1. Ciao Miriam, io ringrazio te per essere arrivata qui. Senti, appena vedo la nostra amica in comune (che credo di avere capito chi sia), le dico se andiamo a berci un caffè insieme, ok? Già che siamo vicine (per ora), vediamoci! Così mi ra cconti del vostro cambio di vita...:-)

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    2. Ma certo! Più che volentieri ...

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  6. Forse scrivo "in pubblico" da troppo poco tempo per "capire e annuire" e quindi da ingenua leggo quello che tu racconti e mi chiedo: ma davvero?
    Penso che si scriva per tanti motivi: per sfogarsi, per capirsi, per condividere, per non sentirsi soli. Anche per essere letti.
    Pero' se tu hai continuato a scrivere e ti leggo anche qui e' perche' la scrittura riesce a regalarti gioia, nonostante qualche vortice o brutta esperienza di troppo. E questa credo sia la cosa fondamentale!:)

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    1. Sono d'accordo con te. Nonostante qualche "vortice". ;-)

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  7. Condivido quello che hai scritto e lo tengo come monito...io ho aperto un blog, nel 2011, non ho mai neanche pensato al compliblog e mi crederai se ti dico che non ricordo né il giorno, ne il mese in cui l’ho fatto
    ricordo benissimo però cosa mi ha spinto a farlo.
    Ho sempre il bisogno e l’urgenza della scrittura...mi piace “scaricare” le emozioni , meglio se posso condividerle. mi fa sentire meglio
    ...e in quel momento, quando ho aperto il blog, ricordo bene come stavo, ero arrabbiata e nostalgica.
    Non avendo una caratteristica precisa non credo sia appetibile dal punto di vista del mercato;)...e quindi i vortici dovrebbero non avvicinarsi nemmeno...però non si sa mai, e certo ammetto che fa piacere avere qualche nuovo lettore oltre al marito sorella amiche, convinta soprattutto del fatto che il confronto arricchisca.
    ecco...sono stata prolissa...! lo sapevo
    grazie dello “spazio” in cui ho scaricato una riflessione che non avevo mai scritto!

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