Per parlare d'Amore, a modo mio.

venerdì 31 maggio 2013

Ho incontrato un cantautore…



Qualche giorno fa, mentre stavo prelevando al Bancomat (il mio è sempre più matto…), sono stata letteralmente “rapita” dal suono di una chitarra e da due voci, una femminile e una maschile, che stavano provando - seduti al tavolino di un bar - una canzone meravigliosa, con parole che, in un istante, mi sono arrivate dritte al cuore.


Non sono riuscita ad andarmene senza dire loro quanto fosse stupenda quella canzone e quanto fossero bravi.


Paolo Gerbella, il cantautore, me l’ha fatta ascoltare di nuovo e poi abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Morale, non ci credevo neppure io ma anche lui ha un blog ("Sono stufo... Cambio vita!" su Mentelocale.it) da cui, qualche tempo fa, ero passata e mi ero soffermata a leggere un post bellissimo. I casi della vita… com’è piccolo il mondo!

Fatto sta che, se vi interessa ascoltarlo, domani sabato 1 giugno dalle 20,30 in poi, terrà il suo primo concerto da cantautore al Milano Bakery. Mica male, dico.

martedì 28 maggio 2013

La più grande litigata a bassa voce (che c’è il bambino) della storia dell’umanità



Ci sono giornate talmente storte (come questa) in cui, a volte, basta una frase detta male o una sciocchezza da cui scaturiscono mille pensieri, per cui l’unica cosa che vorrei fare è chiudere i blog (tutti), smettere di scrivere, abbandonare il web e andarmene al mare. E stare con i piedi nudi sulla sabbia, liberi. Ecco, questa sera vorrei questo. Andare al mare. Magari fermarmi pure a vivere lì e non aspettare, come ho in programma, di farlo da vecchia. 

Sapete quelle giornate in cui capitano tanti piccoli intoppi che, sommati, misurano il confine tra una buona giornata e una giornata di merda? 

Oggi ho avuto modo di parlare con Miss Sotuttoio che continuava a dire: “Io scrivo molto bene”  (e io pensavo “Beata te che lo pensi”), “Sai, bisogna avere un proprio stile” ( Ce l’ho! Il mio è lo stile “parlo come mangio”). Posso dire “eccheppalle”?

Ho anche portato il cane dal veterinario e, per tutta la visita, non ha smesso un secondo (dico uno) di abbaiare così tanto che la mia testa ha continuato a rimbombare anche a casa. Santo Aulin.

Avevo un appuntamento alle 14,30 e, naturalmente, ho trovato io, davanti, l’unica auto che pensava di essere un monopattino.

Ho intrapreso una discussione assurda, via email, con una persona che sicuramente, se non ha pensato che sia pazza, deve essersi fatta l’idea che sia entrata in menopausa precoce e ormai sia spacciata.

Poi, con chi vado a fare una figura di merda (ma proprio stratosferica)? Col maritino, naturalmente! Beh, io ho tre amiche carissime e quasi tutte le sere ci facciamo un happy hour virtuale: in pratica ci raccontiamo, sempre molto di corsa, la nostra giornata. Parliamo di tutto e la conversazione di questa sera è stata piena di confidenze, confidenze da donne. Si parla, no? Ve le immaginate quattro amiche in chat? Quattro mamme? Per lo più si fanno discorsi “mammeschi” ma capita a volte che si esca un po’ dai binari e si parli, appunto, di cose da donne. Anche di mariti. Che qualche “segretino”, in una coppia ci può anche stare, no? A me la storia che uno debba sapere sempre tutto dell’altra non ha mai convinto. 

Ok, oggi ho parecchi problemi con la tecnologia e il mio pc (seppure sia nuovo) non sta al passo con la velocità con cui digito. Beh, tra un discorso e l’altro ho fatto un copia/incolla di un vecchio messaggio che volevo leggessero e l’ho inviato… ma alla persona sbagliata! A chi? Al maritino, naturalmente! Beh il mio Asus Vivo è molto vivo, troppo. Troppo touch. 

Ora, per una frazione di secondo ho pensato “No, non può essere vero”, poi ho realizzato che sì, l’avevo spedito proprio a lui. L’ho riletto e ho pensato che non ci fosse scritto, in fondo, nulla di strano ma, in effetti (secondo me), estrapolato dal discorso e dal contesto risultava molto ma molto ambiguo.

Mentre, agitatissima e col cuore in gola, pensavo a quale avvocato avrebbe seguito le pratiche del divorzio, ho blaterato “Steee, ti ho inviato un messaggio... ma per sbaglio”, “Eh, poi lo guardo”.

Ora, ho spento subito il pc, ho apparecchiato la tavola (con delicatezza) e mi sono messa a fare da mangiare che una brava moglie fa così, no? E ho addirittura preparato la pappa al cane in attesa di fare la più grande litigata a bassa voce (che c’è il bambino) della storia dell’umanità. Ora… A tavola mi ha detto: “Ah, l’ho letto. Non ho capito ma secondo me non c’è scritto niente di strano, perché sei così agitata? Sono confidenze tra amiche, no?”.

No, scusa… non ho capito. Non ti incazzi? È un messaggio ambiguo, letto così. Lo deve essere per forza, ambiguo, perché a me pare ambiguo. E tu? Già che ci sei stringimi la mano e fammi i complimenti. Ora mi arrabbio io.

Le cose sono due: o mio marito è un uomo estremamente intelligente o non mi ama più. Anzi, tre: forse mi ama troppo. E anch'io.

Vado a dormire , va là… che “domani è un altro giorno”.

domenica 26 maggio 2013

Le mie parole



Svegliarsi all’alba, guardare fuori dalla finestra e sorprendere una Luna così, non ha prezzo. A volte ci perdiamo spettacoli incredibili perché dormiamo. Perché non vediamo.

Se mi sveglio di notte mi alzo anche se ho sonno perché non riesco a riaddormentarmi come fa invece qualcuno. Mi sembra di perdere tempo. L’ho già detto una volta che invidio molto le persone che sanno sempre cosa fare, o quelle che riescono a non guardare.

La cosa positiva è che, di solito, di notte lavoro (che, detta così, fa brutto… scrivo o programmo post insomma) almeno ho la giornata più libera, anche se, in verità, ho sempre tante cose da fare. 

Ma questa notte no, non ho scritto nulla. Ho guardato la Luna. 

Forse è inutile scriverle, le mie parole, se c’è già chi riesce a leggerle lo stesso.

sabato 25 maggio 2013

Molte vite, un solo amore





Cacchiolina, ho appena terminato di leggere un libro pazzesco, bellissimo! Me lo ha consigliato una mia carissima amica. “Molte vite, un solo amore” di Brian Weiss. 

Parla di reincarnazione e di anime (di anime-compagne e di anima-gemella). Parla di amore e anche di Dio, a modo suo.
 
Mi è piaciuto molto e lo consiglio, soprattutto a chi, magari, ha subito da poco una perdita, un lutto. Lo consiglio anche a chi, magari, è innamorato (parlo di amore “sublime”) e pensa di non essere corrisposto, a chi, magari, è convinto di avere trovato l’anima gemella ma si fa incastrare dai condizionamenti e dagli impedimenti della realtà quotidiana che sfociano, appunto, nei pensieri razionali, che non sempre ti permettono di ascoltare il cuore. Che, forse, è anche un bene (aggiungo). A chi ha paura a vivere il presente (anzi, non lo considera affatto), perché è aggrappato al passato o proiettato troppo velocemente al futuro. Insomma, a chi ha paura di uscire dalla “carreggiata”. Perché, alla fine, è sempre tutto una questione di scelte. La puoi anche incontrare l’anima gemella ma sta a te, poi, volerla vedere…

È un libro che (si creda o meno nella reincarnazione), in ogni caso, da speranza.

Penso che, se fosse davvero così, sarebbe bello, proprio molto bello. Tutto.

venerdì 24 maggio 2013

Un cassetto del cuore: l'ho riletto

Ok, per la prima volta da quando è uscito, l’ho riletto. Un cassetto del cuore. Niente, brucia. Fa male. Ora mi chiedo se abbia fatto bene a scriverlo perché non sono più, in realtà, poi così sicura che sia positivo “aprire” i cassetti che si hanno in fondo al proprio cuore. Che se si tengono sigillati, un motivo ci sarà. Forse ho fatto una cazzata. 
Perché anche se è una storia di fantasia, qualcosa di me, c’è.
Poi, penso comunque di aver scritto un racconto che da più di due mesi (da quando è uscito), è un best seller su Amazon, che dopo meno di 24 ore era al primo posto della classifica dei Bestseller di Amazon nella categoria Famiglia e Relazioni, e che ancora oscilla tra la Top Ten e la Top 100.
Forse, qualcosa trasmette.
A me sconquassa il cuore, e basta. Devo solo ricordarmi di non rileggerlo mai più e cercare di essere una persona meno complicata. Forse devo pensare e scrivere meno. E vivere di più.

giovedì 23 maggio 2013

Le storie d’amore



Questo è il titolo di una meravigliosa - secondo me - canzone di Luca Carboni. Io (come molte donne della mia generazione) sono cresciuta ascoltando le sue canzoni, e le ascolto tuttora. Mi piace scrivere davanti al mio monitor ascoltando musica, con le cuffie in testa per non disturbare nessuno. Scrivo meglio se mi “isolo” e Spotify è la mia soluzione. 

Così, oggi, vorrei farvi ascoltare questa bellissima canzone, è una delle mie preferite di Luca Carboni. Certo, è un po’ malinconica e struggente ma, a me, piace.


Dai cuori no, non si va più via.

 

martedì 21 maggio 2013

Permanente nella mente



Dante Alighieri ha amato una donna che, in tutta la sua vita, forse, gli ha rivolto il saluto una sola volta. Forse, non lo ha neppure mai salutato.


Da un lato mi viene da pensare: “Che pirla” (scusate il francesismo), dall’altro mi fa restare ammutolita.


Dante, a me, è sempre stato sostanzialmente antipatico. La Divina Commedia, a me, non è mai piaciuta. Scritta bene, eh? Per carità… Però “cheppalle”. La Vita Nova, invece, l’adoro. È così, non so perché. Anche Beatrice, comunque, mica mi ha mai convinta… Mi è sempre apparsa un tantino stronza. Che poi, probabilmente, non lo era affatto. Forse era solo una mamma felicemente sposata e, magari, Dante, le stava pure sulle palle. Non so. Poi, penso anche che se al posto di Dante, ci fosse stato Boccaccio, forse non sarebbe stata così altezzosa…


A volte penso che Dante abbia amato così tanto Beatrice proprio perché non l’ha mai vissuta. Se lo avesse fatto, forse, l’avrebbe odiata. Insomma, magari non l’avrebbe amata così. Così tanto. 


Fatto sta che, sebbene non abbia mai vissuto un attimo di vita vera e quotidiana con lei, è sempre stata permanente nella sua mente. E di questo amore si parla da secoli. 

Sempre, poi, che sia amore. Questo.

lunedì 20 maggio 2013

Basta poco per essere felici



Solo due righe per dirvi che oggi mi sento molto felice. Ho il cuore caldo. Non posso stare a raccontarvi nel dettaglio perché credo ci siano cose, nella vita, di cui sia meglio non vantarsi, cose che dovrebbero venire naturali a tutti. Una persona che stimo molto, una delle mie blogger preferite (probabilmente la mia preferita), mi ha ringraziato pubblicamente solo per avere fatto un paio di telefonate, un anno fa.

Un gesto che a me è sembrato scontato e, veramente, non ha comportato nulla di impegnativo, è risultato per lei importante e, probabilmente (da quello che ho letto), lo è stato anche per molti bambini.

Oggi pensavo che può bastare davvero poco per essere felici, basta guardarci attorno, essere meno egoisti, mettersi nei panni degli altri, aiutare chi ha bisogno, come si può.

Che ciò che oggi capita a un altro, domani può capitare a noi.

Bastano piccoli gesti da parte di tanti. Allora sì, forse, vivremmo in un mondo migliore.