Per parlare d'Amore, a modo mio.

martedì 28 maggio 2013

La più grande litigata a bassa voce (che c’è il bambino) della storia dell’umanità



Ci sono giornate talmente storte (come questa) in cui, a volte, basta una frase detta male o una sciocchezza da cui scaturiscono mille pensieri, per cui l’unica cosa che vorrei fare è chiudere i blog (tutti), smettere di scrivere, abbandonare il web e andarmene al mare. E stare con i piedi nudi sulla sabbia, liberi. Ecco, questa sera vorrei questo. Andare al mare. Magari fermarmi pure a vivere lì e non aspettare, come ho in programma, di farlo da vecchia. 

Sapete quelle giornate in cui capitano tanti piccoli intoppi che, sommati, misurano il confine tra una buona giornata e una giornata di merda? 

Oggi ho avuto modo di parlare con Miss Sotuttoio che continuava a dire: “Io scrivo molto bene”  (e io pensavo “Beata te che lo pensi”), “Sai, bisogna avere un proprio stile” ( Ce l’ho! Il mio è lo stile “parlo come mangio”). Posso dire “eccheppalle”?

Ho anche portato il cane dal veterinario e, per tutta la visita, non ha smesso un secondo (dico uno) di abbaiare così tanto che la mia testa ha continuato a rimbombare anche a casa. Santo Aulin.

Avevo un appuntamento alle 14,30 e, naturalmente, ho trovato io, davanti, l’unica auto che pensava di essere un monopattino.

Ho intrapreso una discussione assurda, via email, con una persona che sicuramente, se non ha pensato che sia pazza, deve essersi fatta l’idea che sia entrata in menopausa precoce e ormai sia spacciata.

Poi, con chi vado a fare una figura di merda (ma proprio stratosferica)? Col maritino, naturalmente! Beh, io ho tre amiche carissime e quasi tutte le sere ci facciamo un happy hour virtuale: in pratica ci raccontiamo, sempre molto di corsa, la nostra giornata. Parliamo di tutto e la conversazione di questa sera è stata piena di confidenze, confidenze da donne. Si parla, no? Ve le immaginate quattro amiche in chat? Quattro mamme? Per lo più si fanno discorsi “mammeschi” ma capita a volte che si esca un po’ dai binari e si parli, appunto, di cose da donne. Anche di mariti. Che qualche “segretino”, in una coppia ci può anche stare, no? A me la storia che uno debba sapere sempre tutto dell’altra non ha mai convinto. 

Ok, oggi ho parecchi problemi con la tecnologia e il mio pc (seppure sia nuovo) non sta al passo con la velocità con cui digito. Beh, tra un discorso e l’altro ho fatto un copia/incolla di un vecchio messaggio che volevo leggessero e l’ho inviato… ma alla persona sbagliata! A chi? Al maritino, naturalmente! Beh il mio Asus Vivo è molto vivo, troppo. Troppo touch. 

Ora, per una frazione di secondo ho pensato “No, non può essere vero”, poi ho realizzato che sì, l’avevo spedito proprio a lui. L’ho riletto e ho pensato che non ci fosse scritto, in fondo, nulla di strano ma, in effetti (secondo me), estrapolato dal discorso e dal contesto risultava molto ma molto ambiguo.

Mentre, agitatissima e col cuore in gola, pensavo a quale avvocato avrebbe seguito le pratiche del divorzio, ho blaterato “Steee, ti ho inviato un messaggio... ma per sbaglio”, “Eh, poi lo guardo”.

Ora, ho spento subito il pc, ho apparecchiato la tavola (con delicatezza) e mi sono messa a fare da mangiare che una brava moglie fa così, no? E ho addirittura preparato la pappa al cane in attesa di fare la più grande litigata a bassa voce (che c’è il bambino) della storia dell’umanità. Ora… A tavola mi ha detto: “Ah, l’ho letto. Non ho capito ma secondo me non c’è scritto niente di strano, perché sei così agitata? Sono confidenze tra amiche, no?”.

No, scusa… non ho capito. Non ti incazzi? È un messaggio ambiguo, letto così. Lo deve essere per forza, ambiguo, perché a me pare ambiguo. E tu? Già che ci sei stringimi la mano e fammi i complimenti. Ora mi arrabbio io.

Le cose sono due: o mio marito è un uomo estremamente intelligente o non mi ama più. Anzi, tre: forse mi ama troppo. E anch'io.

Vado a dormire , va là… che “domani è un altro giorno”.

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