Per parlare d'Amore, a modo mio.

lunedì 17 giugno 2013

Se non fosse Amore




Eccomi. Ci sono, ci sono… Non sembra ma ci sono. 


Per dirla tutta ho staccato la testa (in senso lato). Mi è bastato arrivare qui per sentirmi già più leggera (anche questo in senso lato). A volte basta cambiare aria, andare via, andare lontano per ricordarsi dove si vuole andare, quali obiettivi si vogliono raggiungere… Magari anche quale tipo di donna si vuole essere, e vicino a chi si vuole stare.


A me la salsedine fa questo effetto: mente libera, idee improvvise, nuove. Mente da riempire. Io, qui, libero la mente, la svuoto e faccio spazio, come si fa con gli armadi quando fai pulizia... Non dite al maritino che ho pronunciato questa frase perché potrebbe sputtanarmi in un secondo dato che quest’anno ho scoperto pure di essere una casalinga disastrosa.


Volete sapere la verità? La verità è che dopo avere scritto “Un cassetto del cuore” sono andata in tilt. Un bestseller di Amazon, certo. Una bellissima storia d’amore (che, poi, in realtà sono tre ma solo io posso capirlo), emozioni fortissime, intensissimo, una cagata pazzesca (queste alcune recensioni)… 


Da qualche parte ho letto che scrivere ti mette in contatto con i tuoi demoni interiori e che bisogna essere molto forti per guardarsi dentro. 


Beh, è vero. Sebbene sia una storia di fantasia, “Un cassetto del cuore” ha risvegliato in me ricordi ed emozioni talmente potenti che mi sono trovata a dover fare i conti con me stessa e, vi assicuro, fare i conti con sé, in modo autentico, non è sempre facile. Può fare male, non solo a se stessi ma anche agli altri, a chi ti sta intorno, a chi ti ama.


Ho già scritto da qualche parte che a volte ho l’impressione di essere amata molto più di quanto in realtà meriti. Forse perché so che avere a che fare con me non è semplice, perché qualche volta non mi capisco neppure io… Però è così, chi mi ama, di solito, mi ama molto. E quando ho l’autostima a palla (non tutti i giorni), penso pure che forse me lo merito, di essere amata molto, dico.


Ecco, qualche giorno fa ho detto a una persona che amo profondamente: “Tu non sai neppure cosa sia l’Amore”. Giusto per farvi capire che quando voglio fare male, so farlo molto bene. Ecco, voglio partire da qui. So che devo partire da qui. Non mi interessa più perdere tempo per cercare di capire cosa sia l’Amore, mi basta sentire l’odore dell’Amore, mi basta rubargli tutte le coperte, prenderlo a calci quando mi muovo troppo durante il sonno, guardarlo quando mi sveglio all’alba, vedere che lui è sempre lì, sentirlo dire, incredulo: “Come fai ad avere così freddo?” quando vado a letto con la felpa in giugno, o - ridendo - che sono una “cozza” (in senso lato, ovvio) perché gli sto troppo vicino che mi deve riscaldare i piedi, o spalmargli sulla schiena la crema doposole che io glielo avevo detto che si stava ustionando ma è testardo e non mi da mai retta, mandarlo a quel paese quando rompe o contare quanto tempo passa tra un “Ti amo” e l’altro…  


Mi basta pensare che se non fosse Amore, io – per come sono - me ne sarei già andata e che lui, se non fosse Amore - per come è - avrebbe già fatto lo stesso.


Mi basta pensare che anche se non sappiamo bene cosa sia l’Amore, forse lo stiamo semplicemente vivendo e che, in fondo, magari, l’Amore è proprio questo. Andare avanti, insieme. Costruire, demolire, ricostruire. Insieme.


giovedì 6 giugno 2013

Cigni neri e pecore nere





Erano anni che non facevo un giro al laghetto di Milano 2. Anzi, veramente, qualche anno fa, avevo portato mio figlio che stava imparando ad usare la sua bicicletta nuova ma ho rimosso perché ho trascorso un’ora in ansia per paura che ci finisse dentro. E non pensate che sia eccessivamente apprensiva perché quando aveva quattro anni si è davvero tuffato, a gennaio, nel Mar Ligure perché “Ho visto un’onda troppo bella e non ho resistito che volevo saltarla”… ma lasciamo perdere che è meglio.


A volte mi chiedo da chi abbia preso… Già, sicuramente da me!


Ieri sono capitata ancora lì e sono stata catapultata ai miei diciassette/diciotto anni. Allora ci andavo spesso. Bello. Ma non c’erano i cigni neri, soltanto bianchi. I cigni bianchi sono belli ma ovvii. Come le pecore, bianche, le solite. 

A me piacciono i cigni neri, e le pecore nere.

lunedì 3 giugno 2013

La prova costume



Non so cosa mi sia saltato in mente ma ho fatto la prova costume. So che non dovevo… Di solito la faccio direttamente in cabina, al mare, quando è troppo tardi per decidere di andare in montagna.

Quest’anno no… e credo che andrò in montagna.

Inoltre, è tutto il giorno che sto combattendo contro l’irresistibile voglia di mangiarmi almeno metà barattolo di Nutella che c’è in cucina… Che fatica! 

Amo il cioccolato, ne ho bisogno. 

Tra l’altro, oggi mio figlio mi ha detto: “Mamma, guarda quella signora, ti somiglia!”. 

(Ma come ti permetti, a tua madre!)

“Ma non vedi che quella è il doppio di me?”

“Sì ma se fosse magra sarebbe uguale a te”

“Ma io sono molto più magra di quella, vero?”

“Già”.

Ok, risposta esatta.

Un cucchiaino, solo uno… di Nutella.

sabato 1 giugno 2013

Tirando le somme e riflettendo sull'amore…



Fra una settimana a quest’ora sarò nella mia casetta al mare, è tutto pronto, mancano solo le porte ma è un dettaglio. Ho proprio bisogno di andare via, per tanti motivi che, alla fine, non so neppure spiegare perché non li ho analizzati bene, non ne ho voglia adesso. Lo farò quest’estate, forse, altrimenti no.

Questa sera sono stanchissima perché credo (magari, invece, mi sta venendo l’influenza), di avere un calo di adrenalina, il classico calo di tensione. Ho terminato, oggi, gli impegni che avevo preso in questa prima parte dell’anno e posso andare in vacanza abbastanza tranquilla. Quest’anno sono riuscita anche a realizzare un paio di sogni. Senza accorgermene perché, in fondo, i sogni li sogni e quando cerchi di realizzarli diventano progetti. Da un paio di progetti, invece, ho realizzato anche due sogni. Involontariamente, mica male.

Tirando le somme però, posso ufficialmente dire che questo non è stato un anno semplice e non per chissà quale motivo ma, più in generale, per come sono diventata oppure per come sono sempre stata. Ho davvero la mente sovraccarica… e stanca. Il cuore, invece, sta bene, credo.  Ma anche lui, desidera andare al mare.

Questo, per me, è stato l’anno di “Un cassetto del cuore” con annessi e connessi. Non saprei dire se scrivere sia fuggire, sicuramente è viaggiare. Andare. Sicuramente è inventare, inventare una realtà e, magari, anche viverla. Non so. Forse scrivere è solo illusione. Sicuramente una salvezza.

Dopo questo ebook, dopo averlo pubblicato, ho avuto conferma di una cosa di cui ero sicura, di cui sono sempre stata sicura e di cui, so, dovrò sempre essere sicura. E questo mi basta. Ho capito che è inutile volere andare in cerca di chissà che cosa, quando sai già che, poi, vorrai tornare. Ho capito che il significato che noi diamo alla parola “amore” è una cazzata perché, in realtà, con questo termine, non facciamo altro che “limitare” e cercare di spiegare quello che spesso neppure il cuore riesce a comprendere. L’amore ha mille modi d’essere ed è molto di più dell’amore stesso, non ha confini né limiti. Non ha tempo e neppure spazio. L’amore è Dio, l’amore è ognuno di noi. L’amore non lo spiegano le parole di un libro, lo senti e basta. L’amore è dove scegli di volere stare e, forse, anche dove sai non sia il caso di provare ad andare.

venerdì 31 maggio 2013

Ho incontrato un cantautore…



Qualche giorno fa, mentre stavo prelevando al Bancomat (il mio è sempre più matto…), sono stata letteralmente “rapita” dal suono di una chitarra e da due voci, una femminile e una maschile, che stavano provando - seduti al tavolino di un bar - una canzone meravigliosa, con parole che, in un istante, mi sono arrivate dritte al cuore.


Non sono riuscita ad andarmene senza dire loro quanto fosse stupenda quella canzone e quanto fossero bravi.


Paolo Gerbella, il cantautore, me l’ha fatta ascoltare di nuovo e poi abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Morale, non ci credevo neppure io ma anche lui ha un blog ("Sono stufo... Cambio vita!" su Mentelocale.it) da cui, qualche tempo fa, ero passata e mi ero soffermata a leggere un post bellissimo. I casi della vita… com’è piccolo il mondo!

Fatto sta che, se vi interessa ascoltarlo, domani sabato 1 giugno dalle 20,30 in poi, terrà il suo primo concerto da cantautore al Milano Bakery. Mica male, dico.

martedì 28 maggio 2013

La più grande litigata a bassa voce (che c’è il bambino) della storia dell’umanità



Ci sono giornate talmente storte (come questa) in cui, a volte, basta una frase detta male o una sciocchezza da cui scaturiscono mille pensieri, per cui l’unica cosa che vorrei fare è chiudere i blog (tutti), smettere di scrivere, abbandonare il web e andarmene al mare. E stare con i piedi nudi sulla sabbia, liberi. Ecco, questa sera vorrei questo. Andare al mare. Magari fermarmi pure a vivere lì e non aspettare, come ho in programma, di farlo da vecchia. 

Sapete quelle giornate in cui capitano tanti piccoli intoppi che, sommati, misurano il confine tra una buona giornata e una giornata di merda? 

Oggi ho avuto modo di parlare con Miss Sotuttoio che continuava a dire: “Io scrivo molto bene”  (e io pensavo “Beata te che lo pensi”), “Sai, bisogna avere un proprio stile” ( Ce l’ho! Il mio è lo stile “parlo come mangio”). Posso dire “eccheppalle”?

Ho anche portato il cane dal veterinario e, per tutta la visita, non ha smesso un secondo (dico uno) di abbaiare così tanto che la mia testa ha continuato a rimbombare anche a casa. Santo Aulin.

Avevo un appuntamento alle 14,30 e, naturalmente, ho trovato io, davanti, l’unica auto che pensava di essere un monopattino.

Ho intrapreso una discussione assurda, via email, con una persona che sicuramente, se non ha pensato che sia pazza, deve essersi fatta l’idea che sia entrata in menopausa precoce e ormai sia spacciata.

Poi, con chi vado a fare una figura di merda (ma proprio stratosferica)? Col maritino, naturalmente! Beh, io ho tre amiche carissime e quasi tutte le sere ci facciamo un happy hour virtuale: in pratica ci raccontiamo, sempre molto di corsa, la nostra giornata. Parliamo di tutto e la conversazione di questa sera è stata piena di confidenze, confidenze da donne. Si parla, no? Ve le immaginate quattro amiche in chat? Quattro mamme? Per lo più si fanno discorsi “mammeschi” ma capita a volte che si esca un po’ dai binari e si parli, appunto, di cose da donne. Anche di mariti. Che qualche “segretino”, in una coppia ci può anche stare, no? A me la storia che uno debba sapere sempre tutto dell’altra non ha mai convinto. 

Ok, oggi ho parecchi problemi con la tecnologia e il mio pc (seppure sia nuovo) non sta al passo con la velocità con cui digito. Beh, tra un discorso e l’altro ho fatto un copia/incolla di un vecchio messaggio che volevo leggessero e l’ho inviato… ma alla persona sbagliata! A chi? Al maritino, naturalmente! Beh il mio Asus Vivo è molto vivo, troppo. Troppo touch. 

Ora, per una frazione di secondo ho pensato “No, non può essere vero”, poi ho realizzato che sì, l’avevo spedito proprio a lui. L’ho riletto e ho pensato che non ci fosse scritto, in fondo, nulla di strano ma, in effetti (secondo me), estrapolato dal discorso e dal contesto risultava molto ma molto ambiguo.

Mentre, agitatissima e col cuore in gola, pensavo a quale avvocato avrebbe seguito le pratiche del divorzio, ho blaterato “Steee, ti ho inviato un messaggio... ma per sbaglio”, “Eh, poi lo guardo”.

Ora, ho spento subito il pc, ho apparecchiato la tavola (con delicatezza) e mi sono messa a fare da mangiare che una brava moglie fa così, no? E ho addirittura preparato la pappa al cane in attesa di fare la più grande litigata a bassa voce (che c’è il bambino) della storia dell’umanità. Ora… A tavola mi ha detto: “Ah, l’ho letto. Non ho capito ma secondo me non c’è scritto niente di strano, perché sei così agitata? Sono confidenze tra amiche, no?”.

No, scusa… non ho capito. Non ti incazzi? È un messaggio ambiguo, letto così. Lo deve essere per forza, ambiguo, perché a me pare ambiguo. E tu? Già che ci sei stringimi la mano e fammi i complimenti. Ora mi arrabbio io.

Le cose sono due: o mio marito è un uomo estremamente intelligente o non mi ama più. Anzi, tre: forse mi ama troppo. E anch'io.

Vado a dormire , va là… che “domani è un altro giorno”.