A volte può capitare di incontrare per caso una persona che,
in qualche modo, è stata spettatrice di una parte della tua vita, di una parte
passata e lontana. Una parte che hai archiviato e che non salta mai fuori,
insomma quasi mai.
Oggi ho incontrato una vecchia amica, non so se proprio
amica ma sicuramente molto vicina a un’altra persona che invece sì, è stata una
parte importante della mia, di vita e - a modo suo - continua ad esserlo
sebbene entrambe viviamo altre realtà.
Mi ha fatto molto piacere vederla e, ancora di più, il tono della
sua voce e il sorriso che mi ha regalato salutandomi. Non mi sono fermata a
scambiare due chiacchiere perché ero veramente di corsa (tanto per cambiare). Forse
avrei dovuto, forse avrei voluto. Non lo so.
Sarà che mi trovavo nella zona di Milano in cui sono
cresciuta ma, incontrare questa persona, mi ha di colpo catapultata
indietro negli anni, a quelli della mia infanzia e della mia adolescenza, in una
sorta di realtà che so (molto bene) essere esistita ma da cui, in fin dei
conti, sono sempre fuggita. Così ho
salutato veloce e ho proseguito, dritta per la mia strada. Ora penso che, forse,
avrei fatto meglio a fermarmi ma non lo so.
Mentre guidavo per tornare a casa, ho pensato a quanto certe
persone rappresentino per noi dei veri e propri “ponti” con la nostra realtà
passata e anche a quanto noi stessi, inconsapevolmente, possiamo fungere da “ponti”
con le vecchie realtà degli altri. A quanto, ognuno di noi sia - in un certo
senso - presente, senza saperlo, nelle vite delle persone che ha un tempo vissuto.
Oggi ho incontrato un “ponte” che mi ha - per qualche
secondo - portato indietro di vent’anni. Ma non l’ho attraversato, troppo intenta
ad andare.
Ho vissuto una cosa simile proprio la scorsa settimana con un sms giunto "dal passato".
RispondiEliminaForse il punto e' che certe cose del passato sono talmente lontane ormai che si ha paura di percorrere il ponte e di vederlo crollare a meta'...
O forse per paura del contrario.
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