Per parlare d'Amore, a modo mio.

domenica 22 settembre 2013

Non al mare




Ok, sono qui. Immobile. È domenica e respiro casa, mi piace respirare casa. Ma ho anche voglia di andare. 

Sono qui da 21 giorni. Mi sembra, però, di essere lontana dal mare da secoli, tanto che avrei già voglia di tornare. Avrei bisogno, di tornare.

Che a me, in realtà, il mare ha sempre fatto paura quando è calmo perché non so mai cosa nasconda. Mi piace quando è arrabbiato, perché si palesa in tutta la sua forza prepotente e posso ammirarne la grandezza e l’onestà.

Il mare è come l’anima, è la coscienza delle nostre emozioni, la coscienza del nostro inconscio, dell’Io che non appare. Ho bisogno di respirare anche il mare. Ho bisogno di respirare anche quella parte del mio Io, la parte irrequieta della mia anima. Che più mi paleso e più mi sento forte perché mi sento Io.

Qui faccio cose e vedo gente, troppe cose e troppa gente. Faccio cose che mi tengono la mente occupata, che non mi lasciano il tempo per altro, neppure per pensare o per fare una telefonata. Faccio cose che mi stancano. È quello che mi occorre. 

Al mare è diverso, al mare mi “espando”. Posso essere Io nella mia interezza per il semplice fatto che so di essere abbastanza “lontana”. Posso guardare, senza paura, il mare in tempesta e riconoscermi. 

Mi hai detto di non smettere mai di scrivere, che sono brava. Io te l’ho spiegato che non sono particolarmente brava, che scrivo solo quello che le donne hanno voglia, o bisogno, di leggere. Mi hai detto che non importa, che in ogni cosa che scrivo c’è dentro un po’ di me.

È che io, forse, avrei bisogno di scrivere meno e vivermi di più. Di non avere paura. Di me.

Ma, intanto, ho cominciato a scrivere il prossimo. Qui, e non al mare.

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