Eccomi. Ci sono, ci sono… Non sembra ma ci sono.
Per dirla tutta ho staccato la testa (in senso lato). Mi è
bastato arrivare qui per sentirmi già più leggera (anche questo in senso lato).
A volte basta cambiare aria, andare via, andare lontano per ricordarsi dove si
vuole andare, quali obiettivi si vogliono raggiungere… Magari anche quale tipo
di donna si vuole essere, e vicino a chi si vuole stare.
A me la salsedine fa questo effetto: mente libera, idee improvvise,
nuove. Mente da riempire. Io, qui, libero la mente, la svuoto e faccio spazio,
come si fa con gli armadi quando fai pulizia... Non dite al maritino che ho
pronunciato questa frase perché potrebbe sputtanarmi in un secondo dato che
quest’anno ho scoperto pure di essere una casalinga disastrosa.
Volete sapere la verità? La verità è che dopo avere scritto “Un cassetto del cuore” sono andata in tilt. Un bestseller di Amazon, certo. Una
bellissima storia d’amore (che, poi, in realtà sono tre ma solo io posso
capirlo), emozioni fortissime, intensissimo, una cagata pazzesca (queste alcune
recensioni)…
Da qualche parte ho letto che scrivere ti mette in contatto con
i tuoi demoni interiori e che bisogna essere molto forti per guardarsi dentro.
Beh, è vero. Sebbene sia una storia di fantasia, “Un cassetto
del cuore” ha risvegliato in me ricordi ed emozioni talmente potenti che mi
sono trovata a dover fare i conti con me stessa e, vi assicuro, fare i conti
con sé, in modo autentico, non è sempre facile. Può fare male, non solo a se
stessi ma anche agli altri, a chi ti sta intorno, a chi ti ama.
Ho già scritto da qualche parte che a volte ho l’impressione di
essere amata molto più di quanto in realtà meriti. Forse perché so che avere a
che fare con me non è semplice, perché qualche volta non mi capisco neppure io… Però
è così, chi mi ama, di solito, mi ama molto. E quando ho l’autostima a palla
(non tutti i giorni), penso pure che forse me lo merito, di essere amata molto,
dico.
Ecco, qualche giorno fa ho detto a una persona che amo
profondamente: “Tu non sai neppure cosa sia l’Amore”. Giusto per farvi capire
che quando voglio fare male, so farlo molto bene. Ecco, voglio partire da qui.
So che devo partire da qui. Non mi interessa più perdere tempo per cercare di
capire cosa sia l’Amore, mi basta sentire l’odore dell’Amore, mi basta rubargli
tutte le coperte, prenderlo a calci quando mi muovo troppo durante il sonno,
guardarlo quando mi sveglio all’alba, vedere che lui è sempre lì, sentirlo
dire, incredulo: “Come fai ad avere così freddo?” quando vado a letto con la
felpa in giugno, o - ridendo - che sono una “cozza” (in senso lato, ovvio) perché gli sto troppo vicino che mi deve riscaldare i piedi, o spalmargli sulla
schiena la crema doposole che io glielo avevo detto che si stava ustionando ma
è testardo e non mi da mai retta, mandarlo a quel paese quando rompe o contare
quanto tempo passa tra un “Ti amo” e l’altro…
Mi basta pensare che se non fosse Amore, io – per come sono - me
ne sarei già andata e che lui, se non fosse Amore - per come è - avrebbe già
fatto lo stesso.
Mi basta pensare che anche se non sappiamo bene cosa sia
l’Amore, forse lo stiamo semplicemente vivendo e che, in fondo, magari, l’Amore
è proprio questo. Andare avanti, insieme. Costruire, demolire, ricostruire.
Insieme.
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